Nel marzo 2017 la Commissione europea sarà chiamata a stabilire un pacchetto di norme per migliorare la regolamentazione del trasporto su strada.
Un appuntamento importante, resosi necessario dopo che negli ultimi mesi buona parte dei paesi europei ha seguito strade solitarie per cercare di affrontare il problema del dumping sociale.
Così, il 1° dicembre, nel corso di un Consiglio dei ministri dei Trasporti dell’Unione europea Francia e Germania hanno voluto inserire proprio un punto all’ordine del giorno dedicato a queste tematiche. Il primo a prendere la parola è stato proprio il ministro francese, Alain Vidalies, per denunciare le costanti e ripetute frodi nel settore. Per la precisione, il ministro francese ha mostrato un tachigrafo manomesso denunciando che la tecnica di creare un circuito parallelo che non consente a chi effettua controlli di verificare i corretti orari di guida e di riposo sta diventando dilagante in tutta l’Europa.
Per la precisione lo scorso anno in 24 Stati membri sono state verificate 10.000 infrazioni della stessa natura, vale a dire 10.000 casi di manomissione del tachigrafo. Un dato confermato anche dal suo omologo tedesco, secondo il quale un camion su quattro tra quelli controllati all’interno dell’UE dispone di un tachigrafo manomesso. Numeri che non possono far pensare a un fenomeno marginale, ma piuttosto ha detto ancora Alain Vidalies a un sistema organizzato che comprende tutti i paesi e riguarda, oltre ai tempi di guida, anche i pesi, le dimensioni e il rispetto delle regole sociali .
Il ministro dei Trasporti francese ha quindi invitato tutti i suoi colleghi europei a «reagire con fermezza e concretamente contro questa cancrena», senza però approvare nuove norme, ma facendo rispettare quelle esistenti. «La soluzione peggiore ha chiarito sarebbe quella di adattare le regole alla realtà della frode, perché non siamo capaci di far rispettare le regole». In ogni caso, ha ribadito il politico francese, la soluzione deve essere europea: da qui la proposta franco-tedesca di creare un’agenzia europea dei trasporti su strada, simile a quella che già esiste in altre modalità di trasporto, che dovrebbe funzionare come un punto di sostegno alle autorità di controllo degli Stati membri e di promozione della cooperazione tra Stati membri. Perché ha concluso Vidalies «noi vogliamo difendere il mercato unico, ma anche i valori e il rispetto dei diritti sociali dei lavoratori». Ma a fronte di questa posizione franco-tedesca, c’è poi il fronte contrario dei paesi dell’Est.
La Commissione Europea si trova al centro di questo scontro e finora ha avviato una procedura d’infrazione contro le misure prese dalla Germania sull’applicazione del salario minimo. Un nodo fondamentale, perché a fronte di una paga oraria media di un autista francese di 29,81 euro, uno bulgaro ne prende 8,01, secondo una ricerca del Comité National Routier.
Questa ricerca mostra che la paga media degli autisti più elevata è erogata in Belgio (33,38 euro) seguita dalla citata Francia e dall’Italia (28,14 euro), che precede la Germania (25,13 euro nell’ovest e 16,64 nell’est) e la Spagna (19,52 euro). Il valore bulgaro è invece il più basso, inferiore a quelli di Romania (9,01 euro), Polonia (10,01 euro) e Repubblica Ceca (10,24 euro).