Aveva caricato del legname e doveva tornare a Ravenna, dove risiede e lavora all’interno di una cooperativa. Ma l’autista 58enne, quando ha visto la paletta degli uomini della polizia municipale di Vigevano, mentre viaggiava nei pressi di Mortara, è andato un po’ in panico. Anche perché sapeva benissimo che lì, dentro il cassettino, aveva quel telecomando con cui staccare le registrazioni del tachigrafo e che aveva già attivato. E così non ha saputo nemmeno approfittare della situazione e sfruttarla a suo vantaggio. Perché una volta fermatosi lungo il ciglio della strada, gli agenti gli hanno detto che in quella posizione il camion rischiava di creare intralcio alla circolazione. E che quindi era meglio spostarsi qualche centinaio di metri più avanti dove c’era una piazzola in cui non si dava fastidio a nessuno. Soltanto che il 58enne romagnolo, una volta risalito in camion non ha riavviato il tachigrafo che aveva precedentemente staccato e così, quando poi è giunto alla piazzola di sosta, gli agenti hanno controllato il tachigrafo e si sono accorti che in quegli ultimi minuti, nonostante il veicolo si fosse mosso, non c’erano registrazioni! Così di fronte a quell’evidenza l’autista ha tirato fuori il telecomando e ha confessato tutto. Una confessione che non gli ha alleggerito però il carico di sanzioni, perché oltre alla multa di €1.696 accompagnata dalla sospensione della patente, qui gli agenti hanno anche denunciato penalmente alla procura l’autista per il reato previsto dall’art. 437 c.p. («Rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro») e hanno inviato una comunicazione alla polizia stradale di Ravenna affinché andasse a verificare se anche gli altri veicoli della cooperativa per cui lavorava il 58enne fossero equipaggiati con analogo sistema elettronica di manomissione.
Altri articoli interessanti