Anche l’Italia adesso punisce con una specifica sanzione, che può arrivare al massimo a 1.701 euro insieme al ritiro dei documenti e all’intimazione a non proseguire il viaggio fino al compimento corretto del riposo, chi non rispetta il divieto di trascorrere in cabina il riposo lungo di 45 ore. La prevede una circolare del ministero dell’Interno (Dipartimento di pubblica sicurezza) firmato lo scorso 30 aprile con cui di fatto si va a colmare la lacuna che si era venuta a creare dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso 20 dicembre, con cui si diceva che tale divieto era già presente nella normativa comunitaria, desumendolo sia da un argomento letterale (nel regolamento sui tempi di guida quando si fa riferimento alla possibilità di trascorrere in cabina i periodi di riposo ci si riferisce espressamente a quelli giornalieri e a quelli settimanali ridotti, ma non a quelli regolari, che quindi vanno esclusi) sia da uno logico (se il fine della normativa è di migliorare le condizioni di lavoro degli autisti e questi trascorrono normalmente in cabina i riposi giornalieri e quelli settimanali ridotti, non ci sarebbe alcun miglioramento se si passasse in cabina anche il periodo di riposo lungo).
La sanzione individuata dal ministero dell’Interno, d’intesa con la Direzione Generale per il Trasporto stradale del ministero delle Infrastrutture, è di applicare nei casi in cui sia accertato il godimento a bordo del veicolo del riposo settimanale di 45 ore, la violazione prevista dall’art. 174, comma 7 del codice della strada, quella in particolare prevista nei casi più gravi, quando cioè il mancato rispetto dei limiti orari vada oltre il 20%. Caso in cui la sanzione pecuniaria va da un minimo di 425 euro a un massimo di 1.701 euro.
Rimaneva da sciogliere l’altro problema, relativo alla possibilità di sanzionare il divieto anche senza flagranza. Cosa che nel Regno Unito fanno, perché sostengono di poterlo desumere dal tachigrafo, giudicato come sufficiente strumento di prova. Ma notizie analoghe arrivano anche dalla Francia, dove è scattata la sanzione per un mancato riposo trascorso in Spagna, e dal Belgio per riposo consumato in Germania.
In Italia questa ipotesi è espressamente esclusa, in quanto si dice espressamente che la sanzione può essere accertata esclusivamente nel momento in cui la si commette e comporta, oltre all’applicazione della sanzione, anche il ritiro dei documenti di guida con l’intimazione a non riprendere il viaggio fino al completamento del riposo settimanale nella modalità corretta.
Per gli amanti delle comparazioni ricordiamo le sanzioni previste dagli altri paesi europei.
In Francia non si punisce il conducente, ma soltanto il datore di lavoro con una multa di 750 euro per la prima infrazione, che sale a 30 mila (più un anno di reclusione), in caso di recidiva.
In Belgio la sanzione è 1.800 euro e nei Paesi Bassi di 1.500 euro, in entrambi i casi a carico dei conducenti.
In Germania la sanzioni è di 60 euro per il conducente e 180 euro per l’azienda per ogni ora di riposo non fruita regolarmente.
Nel Regno Unito la multa è di 300 sterline (340 euro), ma solo se il riposo in cabina è effettuato al di fuori delle aree non ufficiali o autostradali.
In Spagna la sanzione inizierà a essere applicata soltanto dalla prossima estate.